Informazione e paura

Il porco alato

La mutazione suina-aviaria

Credo che chiunque abbia avuto modo di sentire i telegiornali o leggere i giornali in questi giorni. Anzi, ormai da qualche mese a questa parte. E sfido chiunque a non aver avuto qualche accenno di paura per ciò che si legge sulla nuova influenza.

Un esempio: certi giorni il segnale che viene dato è “La pandemia c’è, ma state tranquilli, è molto molto meno pericoloso dell’influenza stagionale”. Bello. In fondo nessuno si è mai fatto prendere dalla paura se ammalato d’influenza (almeno una persona sana). E veniamo tranquillizzati.

Non passano che 24 ore che le notizie iniziano ad essere: “Fermare il virus prima che muti e si combini con l’aviaria”. Oh cazzo. Un altro spauracchio. La temutissima aviaria (non so se vi ricordate il panico da aviaria, gente che non comprava più polli neanche a regalarli). La mortalità salirebbe al 30-50% dal 0,002% in cui siamo ora. Beh, non è certo tranquillizzante. Una persona su 2 o 3 nel mondo schiatterebbe per un’influenza combinata aviaria-suina. In pratica un porco con le ali. Non è un gran morire. Anche perchè nel frattempo viene fuori che è stato contagiato anche un gatto. E anche se nessuno lo dice, secondo me la gente pensa subito a qualche combinazione con una fantomatica e inesistente sinora febbre felina. Un porco con le ali e gli occhi da gatto. Un mostro insomma.

Ma la situazione peggiora ulteriormente andando a leggere qualche altro giornal-ciarpame gratuito: Johan Gieseke, responsabile della ricerca dei Centri Europei per il Controllo delle Malattie afferma “E’ impossibile prevedere quali dimensioni avrà l’influenza <…> E’ lieve ma solo nel 70% dei casi si comporta come una qualsiasi virus dell’influenza stagionale: nel 30% dei casi muoiono persone giovani e complatamente sane”. Che detta così sembra: se ti ammali di influenza per il 70% avrai un’influenza normale, nel 30% schiatti. Uno su tre. Allarmante no?

In realtà questo cozza con lo 0,002% di cui prima – che comunque su 60 milioni di persone sono 1200, mica uno scherzo – e soprattutto con quello che spesso han ripetuto che in realtà la stragrande maggioranza dei casi di persone colpite da influenza non sono accertate perchè non vanno in ospedale. Per cui un pover’uomo che cerchi di informarsi si ritrova a non capire più nulla sballottato da una notizia all’altra. E va in confusione.

Insomma questi continui cambi, queste notizie che smentiscono le notizie, questi allarmi lanciati e poi rientrati per poi essere ributtati fuori a gran voce non fanno altro che creare il caos e aumentare l’allarmismo. E non me ne voglia la mia amica Emma, ma secondo me qualche responsabilità ce l’ha anche l’informazione, che troppo spesso tratta questi argomenti con un po’ di sufficienza, tutti pronti a far soldi sull’allarme e la paura della gente. Anche se la notizia non lo è davvero o manipolandola per renderla meglio a proprio uso e consumo. E loro non sono i soli a farlo..

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